I TROVATORI ALLE CORTI DI ESTE CALAONE E FERRARA - IL PIŲ IMPORTANTE FOCOLAIO TROBADORICO DEL XIII SECOLO
Pubblicata il 26/10/2022
Dal 28/10/2022 al 28/10/2022
L'Associazione Amici di San Teobaldo presenta, con il patrocinio del Comune di Badia Polesine e della Biblioteca Civica “G. G. Bronziero”, VENERDI’ 28 OTTOBRE 2022 alle ore 21 nella sala “Soffiantini” dell’Abbazia della Vangadizza, il libro di Luisella Fogo: “I TROVATORI ALLE CORTI DI ESTE CALAONE E FERRARA - IL PIÙ IMPORTANTE FOCOLAIO TROBADORICO DEL XIII SECOLO”.
E’ la terza volta che la scrittrice, estense di nascita e padovana di residenza, interviene alla Vangadizza: la prima volta fu in occasione della presentazione del libro “Il millennio di Casa d’Este” e la seconda per il libro “Io mi chiamo Gino Vascon” dedicato allo scultore di Este autore, tra l’altro, del busto dedicato a Gherardo Ghirardini e posto sotto la loggia comunale di Badia Polesine.
“Questa opera – dice Luisella Fogo – vuol offrire una veduta d’insieme sulla natura dinamica della nostra lingua, sull’importantissima presenza del trovatore occitano Aimeric de Peguilhan nel castelli di Este e Calaone e sulla storia di Casa d’Este, poiché, grazie al gran numero di trovatori provenzali qui pervenuti e ospitati, ha facilitato l’arrivo di quel “volgare” che ha messo a tacere “l’uso del latino” destinato solo al Clero e ai Nobili che per secoli non avevano permesso al “volgo” di leggere e di scrivere manipolandolo con il loro potere culturale”.
Un ruolo lo ha avuto anche l’Abbazia della Vangadizza e va sottolineato che Aimeric de Peguilhan è stato ricordato e apprezzato anche da Dante Alighieri.
E’ la terza volta che la scrittrice, estense di nascita e padovana di residenza, interviene alla Vangadizza: la prima volta fu in occasione della presentazione del libro “Il millennio di Casa d’Este” e la seconda per il libro “Io mi chiamo Gino Vascon” dedicato allo scultore di Este autore, tra l’altro, del busto dedicato a Gherardo Ghirardini e posto sotto la loggia comunale di Badia Polesine.
“Questa opera – dice Luisella Fogo – vuol offrire una veduta d’insieme sulla natura dinamica della nostra lingua, sull’importantissima presenza del trovatore occitano Aimeric de Peguilhan nel castelli di Este e Calaone e sulla storia di Casa d’Este, poiché, grazie al gran numero di trovatori provenzali qui pervenuti e ospitati, ha facilitato l’arrivo di quel “volgare” che ha messo a tacere “l’uso del latino” destinato solo al Clero e ai Nobili che per secoli non avevano permesso al “volgo” di leggere e di scrivere manipolandolo con il loro potere culturale”.
Un ruolo lo ha avuto anche l’Abbazia della Vangadizza e va sottolineato che Aimeric de Peguilhan è stato ricordato e apprezzato anche da Dante Alighieri.
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